La presentazione è considerata un’ottima fonte di rapporti sociali. In effetti con essa le persone presentate contraggono l’obbligo del saluto reciproco e ricevono ‘virtualmente’ il diritto di frequentarsi, se vogliono. Molto spesso essa ha un significato del tutto estemporaneo e incidentale, al punto che talvolta ci succede di fare le presentazioni tra persone che noi stessi conosciamo appena.
La regola fondamentale da seguire: il più giovane viene presentato al più anziano, ‘l’inferiore’ al superiore, l’uomo alla donna. Come anche per il saluto, il criterio dell’età è quello che il più delle volte prevale. Ad esempio, nel caso che la donna non sposata sia più anziana di quella sposata, si deve presentare la sposata alla non sposata.
Altra regola importante: di solito si presenta il singolo alla coppia sposata. Però la coppia di sposi giovani o inesperti viene presentata al singolo anziano o autorevole, e così alla signora anziana o autorevole. In genere si presenta chi ha più intimi legami con noi al l’altra persona: per esempio, si presenta la propria moglie a un’altra signora, il proprio figlio all’altra persona, nostro cugino all’amico.
Infine, un marito presentando la moglie non dice ‘la mia signora’, ma dice’ mia moglie’. Della propria figlia non dice ‘la mia signorina’, ma dice ‘mia figlia’. Presentando dei parenti che portano il nostro stesso cognome, questo nella presentazione si omette: ‘ mio fratello Antonio’, ma, se hanno cognome diverso, lo si dice. La presentazione infatti deve servire a individuare la persona in se stessa più che nel suo rapporto con noi che la presentiamo.